Gli anticoagulanti orali sono impiegati per ridurre il rischio di ictus ed embolia nei pazienti con Fibrillazione Atriale Non Valvolare e per il trattamento e la prevenzione della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare.2
Gli anticoagulanti orali possono essere una soluzione salva-vita per molti pazienti,3 tuttavia i loro benefici terapeutici devono essere bilanciati rispetto al rischio di gravi complicazioni emorragiche, evenienze che per alcuni di questi farmaci sono abbastanza frequenti.4
Elaborazione grafica da Fig. 1, Rif. 5
Gli inibitori del FXa mostrano notevoli vantaggi rispetto ai VKA quali: più rapida insorgenza d’azione, emivita più breve, minori interazioni del farmaco con la dieta e nessuna necessità di monitoraggio della coagulazione.6
Sebbene gli inibitori diretti del FXa abbiano il compito di indurre un’inibizione controllata della coagulazione del sangue, possono anche aumentare il rischio di emorragie maggiori pericolose per la vita.1 I tassi di emorragie maggiori con gli anticoagulanti variano dall’1% al 3,6% per anno.10
Elaborazione grafica da Tab.2, Rif. 9
ICH: emorragie intracraniche; FANV: fibrillazione atriale non valvolare; VKA: antagonisti della vitamina K.