Popolazione a rischio: i soggetti immuno-compromessi e la necessitàdi protezione
Il termine «immuno-compromessi» indica i pazienti che hanno un sistema immunitario indebolito o totalmente assente a causa di una patologia incorso e/o di un trattamento immunosoppressivo che stanno assumendo e, conseguentemente, hanno una ridotta capacità di combattere gli agentipatogeni tra i cui i virus. 6
Il principale fattore di rischio per lo sviluppo di SCLC è rappresentato dal fumo. Circa l’80% di tutte le morti per cancro al polmone sono associate all’abitudine del fumo e la percentuale tende a salire se si parla specificamente di microcitoma.7 Sebbene non impossibile, è molto raro il riscontro di SCLC in un paziente non fumatore.7
Ulteriori fattori di rischio per lo sviluppo di tumore al polmone in generale, possono essere:
E la genetica che ruolo ha nello sviluppo del carcinoma polmonare? È certo che l’esposizione a molti dei fattori rischio del tumore al polmone può generare delle modifiche a livello di DNA.7
Mutazioni a carico di oncogeni o geni soppressori tumorali possono determinare una crescita cellulare anomala ed eventualmente l’insorgenza di cancro.7
Le variazioni genetiche nell’ambito del SCLC sono generalmente acquisite nel corso della vita piuttosto che ereditate e derivano proprio dalla continua e progressiva esposizione ad agenti quali gli inquinanti chimici derivanti dal consumo di tabacco.7
La stadiazione
Per la stadiazione del carcinoma polmonare a piccole cellule è raro il ricorso al sistema TNM che rappresenta la tipologia più precisa di stadiazione permettendo un’accurata valutazione delle dimensioni della massa, ma anche dell’infiltrazione linfonodale e della presenza di metastasi a distanza.8
Nella pratica clinica, per esigenze legate alla terapia, la stadiazione del microcitoma si basa ancora sul sistema stadiativo introdotto nel 1989 dall’ “International Association for the Study of Lung Cancer” (IASLC). Il sistema distingue due presentazioni cliniche della patologia: limitata ed estesa.8 Nello stadio “limitato” la malattia è confinata ad un emitorace e possono essere presenti metastasi ai linfonodi loco-regionali come quelli ilari omo-e contro-laterale, mediastinici, sopraclaveari, in linea di massima cioè, equivalente ad un volume tumorale includibile in un campo radioterapico tendenzialmente limitato.8 L’obiettivo terapeutico nello stadio limitato è potenzialmente quello curativo, ma la sopravvivenza mediana è di 15-20 mesi e la sopravvivenza a 2 anni rimane del 20-40%, mentre quella a 5 anni del 20-25%.6
Esiste, tuttavia, un sottogruppo particolare di pazienti in cui la patologia si presenta in ‘very limited stage’ (tumori T1-T2 N0-N1 M0); questa eventualità interessa il 5% dei pazienti affetti da SCLC. In tali pazienti è stato osservato un outcome nettamente più favorevole rispetto ai tumori N2-N3, con una sopravvivenza a 5 anni di circa il 50%.6
Lo stadio “esteso” include la presenza di metastasi a distanza.8 Al momento della diagnosi di SCLC, il 30-40% dei pazienti risulta affetto da malattia limitata mentre il 60-70% da malattia estesa. Come per i tumori non microcitomi la stadiazione è il principale indicatore per la decisione terapeutica.9
Elaborazione grafica da testo da Rif. 8
Iter diagnostico
Attualmente l’iter diagnostico strumentale del microcitoma prevede:
A seguire viene poi effettuata la classificazione dell’istotipo tumorale, SCLC mediante esame istologico su campione proveniente da escreto o da agoaspirato8.
Diagnosi precoce: una strada da percorrere
In ragione della sua natura neuroendocrina, l’SCLC è associato ad un tempo di raddoppiamento cellulare estremamente rapido.3 Ciò comporta una fase preclinica molto breve della patologia che spesso si presenta come una sindrome polmonare acuta, quale un’infezione o un’infiammazione.4
Ne consegue che già al momento della diagnosi circa due terzi dei pazienti presenta metastasi3 spesso a livello dei linfonodi regionali, midollo osseo, fegato, surrene e a livello cerebrale.<>
L’impossibilità di poter arrivare precocemente a una diagnosi di microcitoma ed iniziare rapidamente un trattamento terapeutico adeguato rappresenta ad oggi un problema concreto nella gestione del SCLC.4
Dati raccolti da uno studio italiano indicano che dall’insorgenza dei sintomi trascorrono dalle 10 alle 12 settimane per ottenere un risultato diagnostico.12
Nonostante gli sforzi ad oggi non è stata ancora messa a punto una metodica strumentale che consenta la “early-detection” del microcitoma. La via maestra resta quindi quella di non sottovalutare eventuali campanelli di allarme, soprattutto nei pazienti che possono essere considerati a rischio, ad esempio soggetti fumatori ed anziani.